Nel guscio (Ian McEwan)

Un gioiellino godibilissimo, e mi fermerei qui, perchè McEwan è uno dei più grandi scrittori al mondo.

Ero restio, mi sembrava una trovata ad effetto far parlare in prima persona un feto vicino alla nascita, ma il risultato è un piccolo capolavoro.

I personaggi – lei, lui, l’amante di lei, l’amante di lui, che ci potrebbe essere di più banale? – li conosciamo attraverso il punto di osservazione limitato del nostro protagonista invisibile, che ascolta i discorsi, percepisce i movimenti interiori del corpo della madre, e ci dà modo di avvicinarci ai fatti in maniera graduale, aggiungendo pezzetti di verità passo passo.

È una storia di amore e tradimenti che strada facendo sconfina in un potenziale giallo/noir, i cui protagonisti sembrano assumere le caratteristiche dei delinquenti stupidi dei fratelli Coen, da Il grande Lebonsky a Fargo.

Mi ha richiamato, per il susseguirsi di eventi e di evoluzioni interiori in un tempo e in uno spazio (numero di pagine) limitato, Cecil beach, pure quello un piccolo capolavoro. La grandezza di McEwan sta nella capacità di passare da tragedie (Bambini nel tempo, Giardino di cemento), a irrimediabili contrasti di personalità e cultura (Cecil beach, appunto), a un divertimento come questo Nel guscio, con la stessa resa letteraria.

Il finale, poi, è proprio delizioso.

Da non mancare.

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