Il terrazzino dei gerani timidi (Anna Marchesini)

Una scrittura straordinaria. Straordinariamente ricca di vocaboli, accostamenti inusuali, costruzioni sintattiche come se volteggiasse sul filo tra le due torri (se non avete visto “Man on wire”, procuratevelo) e mai che si percepisca il rischio di caduta. Eppure lieve. E profonda.

Anna Marchesini è proprio l’attrice comica del trio. Confesso il mio pregiudizio iniziale. Smontato dopo le prime due pagine – due proprio due – di scrittura sapiente. “Sapiente” non va bene, può far pensare a “costruito”. E tanto lavoro ci deve essere sotto, ma tale che l’insieme ora scorre, scorre, scorre. Scorre che non ti puoi fermare se non per le palpebre che, a una cert’ora, non resistono.

La storia non c’è, e non so nemmeno se sia un limite. Un sottile nucleo narrativo ruota intorno alla prima comunione della bambina, e agli incontri con alcuni, pochi, personaggi, ognuno dei quali è un’occasione per restituire un’epoca. Pagine memorabili – direi definitive – sulla bambina a confronto con la contabilità peccati / fioretti, eppure senza che mai ci sia l’affondo facile. Infine, le pagine finali sulla gioia della scrittura, magia connettiva di mondi e tempi altrimenti reciprocamente ignoti.

Lo consiglio senza riserve.

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