Resistere non serve a niente (Walter Siti)
Non conoscevo Walter Siti, ne ho letto la prima volta per le polemiche, che ho trovato e trovo assurde, sul suo ultimo romanzo “Bruciare tutto”. Ne ho letto un’intervista, ho visto che aveva vinto un premio Strega – in passato storcevo il naso di fronte ai premi, ma devo ammettere che i premi Strega che ho letto erano tutti meritevoli di essere letti, e se in Italia non si scrivono capolavori non sarà mica colpa dei premi! – ed ho deciso di provare.
“Resistere non serve a niente” è stato, infatti, premio Strega 2013.
In certi momenti mi ha fatto pensare ad American Psyco, che considero un grandissimo libro, non tanto per la violenza lì estrema e qui solo annunciata sullo sfondo e comunque non protagonista, quanto per la descrizione di un mondo di ricchi, arricchiti, aspiranti ricchi e di relazioni personali impossibili ad essere autentiche ma che nemmeno sembrano minimamente aspirarvi.
L’autore si mette in mezzo a tratti come uno dei partecipanti alla storia e lo fa con eleganza letteraria, riuscendo ad inserivi pure, senza sbavature, contatti con l’editore committente.
Scritto benissimo, fa entrare nel mondo della finanza che ci governa e riesce a rendere l’impalpabile e tuttavia stritolante potere del denaro apparente. So qualcosa di finanza e derivati e tuttavia in qualche passaggio – documentato, come si spiega nei ringraziamenti finali – mi sono perso i dettagli, ma il succo è rimasto, intrecciato con le vite disperate – nessuno escluso – dei protagonisti, che un finale con un venticello di ripresa non basta a salvare.
A me non sono particolarmente piaciuti i tasselli con personaggi o veri o fintamente nascosti, dei quali avrei fatto volentieri a meno, ma credo si sia fatto prendere la mano dalla vernice di “verità” che ha voluto dare con l’intervento in prima persona dello scrittore. A mio parere ha sottratto invece, così, autenticità alla storia.
Comunque bello, da leggere.
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