La ladra di piante (Daniela Amenta)


Una giovane donna ruba piante trascurate dai condomini di Monteverde, a Roma, e se ne prende cura nel suo largo terrazzo.
Questa la trovata, piuttosto debole, che vorrebbe sorreggere e dare struttura ad un raccontino gradevole, scritto in buon italiano.
Molto scorrevole, si fa leggere volentieri. Forse anche perchè, nel leggerlo, ricevo la sensazione gratificante di potermi riconoscere in gran parte in quel mondo vagamente di sinistra pieno di buone intenzioni e anche di qualche buon comportamento.
Ma questa appartenenza così evidente è un limite: le svolte drammatiche – ce ne sono un paio – arrivano prive di necessità, appaiono forzature con lo scopo di dare spessore ad una storia che non ne ha.
Di fondo, irrilevante. Eppure la stoffa c’è. Vedremo se ci sarà un secondo tentativo, con più distacco dalla vita vissuta della scrittrice, che qui dà l’impressione di avere ricevuto troppo spazio.

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