Corruzione (Don Winsolw)

Con Don Winslow, dopo “Il potere del cane” e “Il cartello”, sapevo di andare sul sicuro e, dopo l’affresco approfondito sul traffico di droga fra Messico e Usa, con le ramificazioni in Nicaragua, Colombia eccetera, mi è piaciuta l’idea di un poliziesco a New York.

I due romanzi sul mondo della droga sono quanto di più violento io abbia letto e temo che, da qualcosa che qui e là si coglie dalle cronache, la realtà non sia più leggera. “Corruzione” punta più sull’intreccio di interessi e scambi di favori, sempre al limite del giuridicamente e/o moralmente accettabile in nome di qualche superiore interesse sociale, facile peraltro a diventare ideologia dietro la quale nascondere il privatissimo guadagno.

I protagonisti sono quattro / cinque poliziotti di una squadra speciale – “Corruzione” è fuorviante, il titolo originale è “The Force”, che è appunto il nome della squadra –
di quelle viste in mille film della serie basta che tenete pulita la città e noi chiudiamo un occhio sui metodi.

Titolo fuorviante non perchè la corruzione non sia al centro delle vicende narrate, ma perchè il tema sono le vite di questi poliziotti, le relazioni fra di loro – ciascuno si deve fidare al 110% di ognuno degli altri quando si fanno certe operazioni – le rispettive famiglie ed amanti. Poi mafiosi italiani e domenicani, Fbi, piccoli spacciatori, Sindaco, Capo della polizia, agenti infiltrati, Procuratore compongono un affresco che riesce a restituire l’insieme dei film e serie tv basati sui processi, i patteggiamenti, gli accordi indicibili, i tradimenti.

Un avviso importante: non leggete i risvolti di copertina che rivelano qualcosa che arriverà, e non era scontato che arrivasse, a due terzi delle cinquecentoquaranta pagine che si leggono d’un fiato.

Il richiamo della truculenza – qui sempre in secondo piano rispetto alla storia – dev’essere troppo forte per Don Wislow, che nelle ultime cento pagine si è sentito in dovere di elargircene una dose che secondo me si sarebbe potuto risparmiare, ma tant’è.

Un capolavoro? No. Nel suo genere, il meglio del meglio.

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