La verità sul caso Harry Quebert (Joël Dicker)
Una quindicenne scomparsa della quale trent’anni dopo si ritrova il cadavere, sepolto nel giardino di un famoso scrittore, che sarà accusato dell’omicidio.
Un famosissimo scrittore giovane, di cui lo scrittore famoso è stato mentore, si precipita dall’amico per tentare di scagionarlo.
Settecentocinquanta pagine.
Le ho lette tutte. Difficilmente lasceranno traccia. Che la scrittura sia piana e scorrevole è un prerequisito per questo tipo di pubblicazioni volte a far passare piacevolmente il tempo.
Il tema più interessante è quello della scrittura sulla scrittura: lo scrittore è diventato famoso per un libro che parlava dell’amore per la ragazza morta, il giovane scrittore famosissimo scriverà un libro sulla vicenda dello scrittore famoso ingiustamente accusato. Con in mezzo il feroce editore che vuole la consegna entro la scadenza contrattuale prevista.
Il giallo, invece, mi è risultato proprio irritante, con una quantità – una quantità – di situazioni assurde durante la ricerca della verità e un finale con colpi di scena a ripetizione alcuni dei quali basati sull’aver l’autore imbrogliato il lettore, e questo non lo considero perdonabile.
Comunque si fa leggere, se ci si adagia nella posizione di accettazione incondizionata delle astruse costruzioni dell’autore e non si cerca logica nè coerenza.
Ne è stata fatta una riduzione per una miniserie TV: possibile che fosse la vocazione originaria.
Irritante è la parola giusta.