Il manifesto del libero lettore (Alessandro Piperno)
Il sottotitolo è “Otto scrittori di cui non so fare a meno”.
Va letto da chiunque ami leggere, sopratutto se ama anche scrivere.
“Dopotutto, i libri sono strumento di piacere, come la droga, l’alcol, il sesso, non il fine ultimo della vita”
Sono molto d’accordo che l’unico criterio, con una parvenza di oggettività, per decidere della qualità di un romanzo sia la sua longevità. Aggiungo che, da un punto di vista più personale, è la voglia di rileggere che ci fa dire quanto amiamo uno scrittore. (Il record, per me, è di Kundera).
Meno d’accordo che quando diciamo che un autore scrive sempre lo stesso libro (ho il fondato dubbio che Piperno potesse riferirsi a sè stesso) sia perchè non lo amiamo abbastanza.
Non mi vengono, così all’istante, paragoni letterari, ma credo di rendere l’idea se dico che Woody Allen è un genio che fa sempre lo stesso film, ma che Stanley Kubrik è un genio superiore per come si è espresso al massimo in ogni genere.
Ed ecco gli otto autori, e che cosa mi ha dato per ciascuno la lettura che ne fa Piperno:
- Tolstoi: ho sempre avuto un rapporto difficile con i russi, penso che alla fine mi deciderò a leggere Anna Karenina
- Flaubert: resterò sazio della Madame Bovary letta da giovane.
- Stendhal: anche qui, “La certosa di Parma” mi basterà.
- Austen: non mi è venuta voglia nemmeno stavolta di avvicinarmici; non mi massacrate, so che non è un criterio, ma della riduzione cinematografica di Orgoglio e pregiudizio non ho retto nemmeno il primo tempo.
- Dickens: non ne ho letto niente, e non me ne è venuta voglia.
- Proust: che ci posso fare? Preso in mano tante volte, mai riuscito ad andare oltre la seconda pagina.
- Svevo: mi rifaccio, voglio rileggere al più presto “La coscienza di Zeno”, che ricordo godibilissimo gà da giovane.
- Nabokov: Lolita l’ho già letto due, forse tre volte. Non escludo una quarta.
Temo che alla fine di questa ricognizione risulterò un terribile ignorante, ma il manifesto del libero lettore mi ha assolto a priori!
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