Bianco (Bret Easton Ellis)

Bret Easton Ellis è diventato famoso a poco più di vent’anni con American Psyco, che considero uno dei migliori romanzi che ho letto. Ne ricordo pagine deliziose su questi tagazzi strapieni di soldi che confrontano di chi sia il biglietto da visita più bello, quello con il tono perlato più azzeccato. E che ci “soffrono”, se non è il loro.

Questo non è un romanzo. Sono una serie di saggi che partono dall’esperienza personale dell’autore per smontare tutto il political correct possibile, in nome dell’autenticità del proprio sentire, anche quando può risultare sgradevole agli altri.

Direi che BEE porta all’estremo l’aspirazione, che dovrebbe essere di tutti, all’autenticità, nel senso che non solo se parla dice quello che effettivamente sente – e fin qui ci saremmo – ma che lo fa senza quasi porsi limiti, e cioè dice tendenzialmente SEMPRE che cosa pensa.

A volte tradisce confidenze, mette a disagio cari amici, eccetera.

Mettiamo pure che ha una condizione sociale che glielo permette, anche se questo non è sempre vero, perchè per quanto tu sia ricco se poi ti perdi gli affetti e le relazioni poco ti resta.

Sono descritte beffe divertenti, come un articolo per Vanity Fair, commissionato per individuare i posti fichi per i giovani di LA, dove BEE descrive una serie di posti scelti totalmente a caso che poi diventano posti fichissimi.

C’è poi la parte della comunità gay – BEE è gay – in cui a quanto pare vigono regole rigide circa che cosa si può o non si può dire. Le osservazioni che fa le estende al mondo dei social, e alla terribile tendenza ai reputation managers, gente che viene retribuita per creare un’identià “relazionabile”.

Quando parla di Sinatra, delle sue innumerevoli cadute e ritorni, BEE si rende conto che oggi non sarebbe più possibile, perchè oggi qualsiasi passo falso diventa uno stigma per la vita; e qui tutta la vicenda Mee to e i crociati anti Trump che hanno cancellato dai loro contatti chiunque abbia espresso il minimo dubbio sul dover essere anti Trump.

Insomma, BEE non dev’essere uno proprio simpatico e non dev’essere facile stargli vicino o essergli amico, ma queste pagine sono un concentrato di intelligenza e di libertà di giudizio: tanto di cappello. E la scrittura è sempre superba.

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