Il sussurro del mondo (Richard Powers)
Un miliardo e mezzo di anni fa, vi siete separati, ma persino oggi, dopo un viaggio immenso in direzioni diverse, voi e il vostro albero condividete un quarto dei vostri geni.
Le seicentocinquanta pagine e la tematica “ecologica” (che noia!) non mi ci avrebbero mai fatto avvicinare, se non fosse stato per il consiglio di un amico, suggellato dal premio Pullizer.
Una volta aperto, si rivela uno di quei libri che non vedi l’ora di riprendere per vedere come prosegue, combattuto fra il piacere di continuare e la tristezza di vedere le pagine mancanti che diventano sempre meno.
I primi capitoli sono le storie – ciascuna un racconto compiuto – di alcuni personaggi che, nei modi più diversi, nei luoghi più diversi, nella loro vita hanno o hanno avuto a che fare con un albero, o una foresta, o un piccolo parco.
Nella seconda parte questi personaggi incrociano le loro vite. Qualcuno per scelta consapevole, qualcuno perchè ci si trova dentro e sceglie di restarci.
L’episodio centrale è un’epica lotta per salvare una sequoia pluricentenaria, alta novanta metri, sulla quale è stata installata una piattaforma che funge da alloggio e riparo per chi la vuole difendere dall’abbattimento.
La descrizione delle stupide e sagacissime trovate per rallentare le distruzioni e delle piccole e grandi crudeltà – peraltro (quasi) tutte “secondo legge” – messe in campo per fiaccare la tenacia di chi resiste ti fa essere presente sul posto, ti fa gridare “dai resisti ancora, smetteranno e vincerai!” oppure “ormai basta, non ce la puoi fare, accontentati, hai dimostrato ciò che volevi, ne parlano tutte le televisioni!”.
Sanno di essere destinati alla sconfitta certa, renderanno dura la vita più che potranno ai taglialegna tecnologizzati.
Non si rassegneranno, perchè la voce degli alberi ha parlato loro, perchè hanno intuito il senso delle infinite connessioni sotterranee di radici, e andranno oltre, con attenzione, applicando conoscenze specialistiche, nella consapevole illusione di continuare una lotta persa in partenza.
I destini umani di ciascuno si svolgeranno secondo disegni illogici, come è la vita vera: il più rigoroso tradirà, il più improbabile sceglierà una coerenza inconcepibile per i suoi affetti più cari.
Un libro epico. Finito di leggerlo, guardo gli alberi con occhi diversi, sorrido alle radici dei pini di Roma che piegano l’asfalto: noi non ci saremo più, loro sì.
Da non mancare.
Qualche spigolatura:
“le ragazze dicono il contrario di quello che intendono, per verificare se afferri la loro vera natura. Cosa che vogliono. E poi, quando ci riesci, si offendono“
Il geniettio dell’informatica davanti all’insegnante; “Sa perchè lei lo odia. Quelli come lui la porteranno all’estinzione“
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