Joker (di Todd Phillips)

Joker. Da non mancare.


La fotografia ha i colori – fra carico e sbiadito, non gli esagerati HD – dei film degli anni in cui è ambientato.


Anche i risvolti sociali – i fondi per l’assistenza tagliati, etc – servono all’ambientazione, non appartengono in nessun modo al protagonista, totalmente estraneo a tutto ciò che possa suonare anche vagamente politico.

È stato presentato (Mymovies) come “La storia sulle origini di uno dei più famosi super-cattivi della DC”, ma è solo un espediente commerciale: anche se città si chiama Gothan City e il castigo finale del cattivo di turno è una citazione esplicita da Batman begins. si tratta “solo” della storia di un uomo che non ricorda un solo momento di felicità nella sua vita, che non è mai sicuro di esistere davvero e tuttavia “sa” di esistere.

Anche se parte della sua esistenza la immagina soltanto, ed è bravo il regista a farci stare nell’incertezza, in molti episodi.

L’infanzia è stata molto più che difficile, ma non c’è accenno di giustificazionismo.
Stiamo con Joker perchè il regista Todd Phillips, del quale non ricordo niente di memorabile – ma Joker lo è eccome – ci fa sentire la sofferenza di quest’uomo, ce la fa vivere come raramente, forse mai, ricordo di aver vissuto al cinema: ci commuove senza effetti speciali.

L’interpretazione di Joaquin Phoenix è stata magnificata da tutti e non posso aggiungere niente, se non che recita con ogni cellula del suo corpo.

Andateci e andateci e andateci.


PS: Complimenti al cinema Barberini che, forse solo nel weekend, ma è già tanto, proietta quasi tutti i film anche in originale con sottotitoli.

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