Esquilino (Nicola Lagioia)
Riflessioni oneste di un intellettuale sul rapporto fra intellettuali e poveri, sulla totale mancanza di un luogo linguistico di confronto.
“Un intellettuale è costretto a analizzare le acque del fiume in cui nuota molte ore al giorno per giungere alla conclusione che la sorgente è marcia o avvelenata. Un povero, per fare la stessa cosa, ci mette meno di un secondo.”
“Oneste riflessioni” è la qualità principale di questo libretto di sessantaquattro pagine, formato minuscolo, che Feltrinelli di viale Marconi (Roma) ha inopinatamente seppellito nella zona “Turismo”, ciò che potrebbe indurre l’autore, in una ipotetica, quanto improbabile, futura edizione, ad aggiungere una quarta ricognizione alle tre presenti.
Otto euro sono però troppi: va bene che non è la quantità a fare la qualità, ma una certa proporzione andrebbe salvaguardata. Ero stato tentato di leggermelo tutto in libreria, visto che c’era una poltrona disponibile.
Mi è rimasta la curiosità, non soddisfatta nemmeno dal web, circa queste “Edizioni dell’asino” che vantano il sostegno di Capossela, Lerner, Garrone, Servillo e tanti altri intelletuali di primo piano.
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