“Veritare” e mentire

Un amico mi ha girato una mail di tale Ennio Montesi, che propone di introdurre, nella lingua taliana, il termine “veritare”: io verito, tu veriti, etc…

Sostiene il Montesi: se esiste “mentire”, perchè devo usare locuzioni come “dire la verità” e non avere a disposizione un termine più diretto, come appunto potrebbe essere “veritare”?

La considerazione mi è sembrata interessante. Fatta una rapida ricognizione nelle lingue che minimamente frequento, senza certo padroneggiarle, mi sono reso conto che anche per l’inglese ed il francese la sitazione è la stessa: “tell the true” e “lie” per l’inglese, “dire la vérité” e “mentir” per il francese.

Mi sono allora fatto aiutare dal traduttore di google, e sono rimasto sorpreso di constatare che per lo spagnolo si ha “decir verdad” e “mentira”, per il russo “говорить правду” e “ложь”, per il tedesco “die Wahrheit zu sagen liegen” e “liegen”.

Che cosa se ne può dedurre? Non lo so.

D’altra parte, il linguaggio non nasce per caso, e se in tutte le lingue (rectius: in alcune importanti, finora) per mentire basta una parola e per dire la verità ce ne vogliono tre….

6 commenti
  1. Paola
    Paola dice:

    la verità è più complessa, soggettiva.
    la menzogna è oggettiva. chi la inventa la sceglie. forse la verità non sempre sei sicuro che sia proprio quella e per tutti uguale.
    e dunque la menzogna ha una parte di verità e la verità una parte di menzogna.

    amo Pirandello

    • Stefano
      Stefano dice:

      sposti l’asse dalla lingua alla… logica? etica?
      Direi etica: nella logica la coppia è vero/falso, e dovremmo usare il linguaggio formale.
      In filosofia della scienza credo sia rimasta aperta la discussione tra viene prima la cosa in sè o viene prima come noi la percepiamo (o addirittura se esista la cosa in sè).
      Nella coppia – etica – verità/menzogna trovo più difficile addentrarmi… di fronte ad un fatto/avvenimento ognuno mette la propria percezione e la propria griglia di visione del mondo (sistema di valori etc). In questo senso le verità possono essere tante quante, da cui si potrebbe dedurre che una verità non esista.
      Sia pure tante verità diverse relative ad un unico fatto, tuttavia, dovrebbero contenere un nucleo comune di verità. Sulla menzogna, invece, in quanto negazione di un fatto avvenuto o invenzione di un fatto non avvenuto, dovrebbe essere più facile un accordo. Almeno tra persone che perseguano la verità.
      Diventa infatti impossibile un confronto sui valori, se non c’è un terreno comune che permetta un accordo sui fatti.

  2. annarita
    annarita dice:

    Dire tutta la verità, niente altro che la verità…la pura verità… la sincera verità dico io. Mi è capitato di riflettere su questo tipo di espressioni e in conclusione a me sembra che ci sia pure una “quantità nella verità” e diversi “tipi di verità”.
    Per esempio: si può dire la verità
    su un fatto, a proposito di un sentimento circa una intenzione ma si può sempre tacerne una parte. Si può addirittura essere reticenti pur dicendo la verità se si tace un aspetto di quella della verità.Quasi quasi è preferibile a “verità” “sincerità” …Mi sembra una parola semplice e autentica….

    • Stefano
      Stefano dice:

      direi che “sincerità” abbia a che fare con un’intenzione soggettiva, mentre “verità” abbia una pretesa di assoluto.
      Inoltre, il mondo è complesso: non è possibile descrivere “tutto”. Ad esempio, se racconto un fatto ed ometto di dire – perchè lo considero irrilevante – che stava passando un piccione mentre…, sono sincero? Sto dicendo la verità tutta la verità?
      Il punto potrebbe essere se le omissioni siano volontarie o no, e se abbiano un’intenzione. Per quanto, un’omissione volontaria, con intenzione anche solo semplificatoria, come quella del piccione, potrebbe negare verità ad un fatto: chi giudica della correttezza della valutazione “questa omissione è una semplificazione”?
      E sembra che si torni all’uovo e alla gallina, e cioè: il fatto esiste di per sè, al di là di chi lo descrive, o esiste solo in quanto descritto da un soggetto?
      Infine, se aggiungiamo “sincerità”, il discorso si complica ancora.

  3. Mario
    Mario dice:

    Molto molto interessante!

    Veritare mi piace!! Altra considerazione: talvolta a domande dirette e scomode ho visto rispondere con risposte in altra lingua. Tipo yes o oui o altre. Vi è capitato sia di farlo che di sentirlo? Non è un mentire ma ci va vicino, è un non voler veritare… 😉

    buon istante!
    mario

    • Stefano
      Stefano dice:

      ciao Mario,

      Grazie della visita, come mi hai trovato?

      Se mi indichi le domande “dirette o scomode” provo a rispondere (in italiano, of course! 🙂 .

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