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Traverse City
Alle dune con la Vixen
Volo in aliante!
Cena con cuoco a casa
Artisti inquietanti
Nel cottage di Mary Beth e Mike
Un sacco sportivi
Jazz e artisti di strada
Serata “americana”
Traverse City
Traverse City è la città di Micheal Moore, che vi ha organizzato un festival di cinema per ogni inizio agosto.
A sinistra, nel riquadro rosso, Traverse city rispetto al lago Michigan e alle due principali città più vicine (in basso: Chicago e Detroit).
A destra c’è l’esploso del riquadro rosso a sinistra, ed i riquadri azzurri sono le zone visitate.
Siamo ospiti di Angela e Erik, entrambi grafici, lei anche pittice di pregevoli acquarelli.
Casa totalmente nel verde, da loro progettata su ben sei mezzi piani sfalsati dalla pendenza del terreno.
Qui ho catturato il volo del colibrì che, unico, riesce a stare fermo battendo velocissimo le ali.
Siamo nel MidWest, miglia e miglia di sterminati campi di mais e foreste e verde che si assomigliano tutti. Siamo anche su una punta del lago Michigan, che quando ci arrivi devi assaggiare l’acqua per non confonderlo, tanto le dune, la sabbia, i colori, l’orizzonte senza fine te lo farebbero battezzare mare.
Alle dune con la Vixen
Un cartello avverte di fare attenzione a scendere, perchè poi ci vogliono due ore per risalire: non sono pochi coloro che si impegnano a smentirlo.
Alle dune del Michigan andiamo – sono venuti a trovarci anche MaryBeth e Mike, che ritroveremo fra un po’ – con la gloriosa BMW Vixen, che
da vent’anni porta Angela ed Erik in giro per l’America.
Era un’aquila, diceva con sicurezza chi ne conosce il volo, e grande era grande, ma in quel cielo così lungo si dev’essere persa, chissà se qualcuno la vede, come in Blow up.
I più coraggiosi hanno pure fatto il bagno!
Volo in aliante!
Oggi mi tocca il volo in aliante, esperienza per me del tutto nuova. Un piccolo aeroporto gestito da un piccolo club di 25 persone. Un amico è venuto a trascinarci con l’aeroplanino, poche decine di metri di pista sull’erba e siamo in aria.
Erik gli chiede di portarci più sotto un mucchio di nuvole pesanti, che d’istinto io avrei evitato, invece pare che sia sotto alle nuvole che si prendano le correnti ascensionali. Bello stare in volo con il solo rumore del vento sulle lunghissime ali.
Atterraggio più che morbido. Ancora grazie Erik!
Il boyfriend di Aneka – una delle figlie di Angela e Erik – che lavora da barman nel miglior ristorante di Traverse City, dove saremo la sera prima di partire, è cuoco, e nell’occasione
del primo incontro fra i genitori dei due ragazzi ha preparato una cena raffinata.
Tutto molto informale, sciolto, semplice.
Traverse City è la città delle ciliege, ora è periodo di pesche. Ci dicono che, dopo la California, il Michigan sia lo stato con la maggiore varietà di culture agricole. La capitale è Detroit, e qui tutti si lamentano che in generale si tende ad assimilare il Michigan a Detroit – grandi industrie automobilistiche, città non facile – mentre qui siamo fra i farmers e una nuova dimensione turistica volta totalmente al turismo interno.
La prima serata musicale è decisamente penosa, una specie di dilettanti allo sbaraglio, ma sono colpito dalla voglia di tanti, così diversi, di esprimersi, sapendo che è garantita un’accettazione incondizionata, volta più al fatto di provarci che al risultato. Notevole la ragazza che ha scritto la canzone per consolare il suo capo, furioso perchè un concorrente gli ha fregato la ricetta di non so quale prodotto della sua pasticceria.
Artisti inquietanti
Nella giornata verso le dune una sosta inquietante. “Inquietante” è tutto mio, perchè l’accoglienza della coppia che vive qui è – come sempre, del resto – cordiale e semplice. Lei è una pittrice che ha trovato nella pittura di mattonelle la sua strada attuale. Lui, un omone che pare uscito da un libro di Tolken, si occupa della casa e della costruzione delle strutture che accolgono le composizioni di lei.
La casa, circondata da sculture dei materiali più vari, è al margine di uno dei tanti specchi d’acqua di questa zona, visibile, attraverso i canneti, dalla larga sala finale, tonda, tutta a vetri.
Nel cottage di Mary Beth e Mike
Mi devo ricredere: nella composizione che ne ha fatto Mary Beth per il suo bellissimo tavolo di cucina, le mattonelle dipinte della sua amica suonano tutt’altro che inquietanti.
Mary Beth e Mike – fra i tanti incroci incontrati, quello fra i genitori di Mike, un messicano e una libanese, mi risulta il più inaspettato – vivono a Traverse City ed hanno, a circa un’ora di macchina, questo cottage sulla punta della penisola-
Mary Beth ha una passione per il vintage e la prima fantascienza, la cucina anni 60 è perfettamente funzionante, l’attrezzo strano qui sotto serve a tostare i marshmellow (!)
Passiamo con loro gli ultimi piacevolissimi giorni. Questa la foto di una serata a casa del cognato di Mary Beth, chitarrista rock con la passione di ricostruire biciclette da pezzi abbandonati. I due al centro – un disco in uscita a brevissimo – si sono fatti tre ore e mezzo di viaggio, e se ne faranno altrettante dopo cena, solo per venire ad incontrare Uliana.
Agiungo un solo particolare per significare il livello di accoglienza: quando ci siamo trasferiti dalla casa di Angela ed Erik a quella di Mary Beth e Mike, la sera dopo Angela ed Erik sono venuti a cena, ed hanno portato, per me, la macchinetta del caffè e la tazzina da caffè che Mary Beth non aveva!
Jazz e artisti di strada
La serata jazz a Northport è decisamente di buona musica. Da noi starebbero in qualche jazzclub dalle costose consumazioni, qui vengono una volta a settimana per il gusto di suonare. Sono insegnanti di una prestigiosa scuola di musica. La leader è vestita che sembra la segretaria di un notaio, ma si alterna su sassofono e flauto con uguale bravura. E che fiato!
Il batterista è un tantino invadente, impone un suo assolo in ogni singolo brano, si farà perdonare con una bella esibizione con armonica, e la nostra sassofonista alla batteria, finalmente discreta.
Nell’intervallo usciamo a prendere un po’ d’aria e, evidentemente pronte proprio in concomitanza, sull’altro lato della via, due artiste di strada si esibiscono in una danza semi tribale: non sono brave, non sono belle, ma ce la mettono proprio tutta, e con questo comunque trasmettono “qualcosa” di sè, che arriva a chi assiste.
Serata “americana”
L’ultima sera siamo invitati nella più antica – 1903 – casa della zona, dove incontriamo una coppia di musicisti che a fine serata ci regaleranno un po’ di bel country, avrei detto io, ma quando ho chiesto mi hanno risposto che il genere è da definirsi “americana”. E sia.
Comunque buona musica, ancora, di quella piena di struggenti oh my wife non posso lasciarla…
Qui sotto la casa, lo spazio antistante, il pontile:
Anche Mary Beth è un’artista, che compone collage – talmente perfetti che nemmeno guardando da vicino si distinguono le parti – con ritagli di pubblicità o star del cinema preferibilmente degli anni ’50. Mentre eravamo lì ne ha venduto uno, per un regalo che una coppia gay voleva fare ad un amico alla cui festa di compleanno stavano andando. I due hanno sfogliato per un po’, io pure guardavo, infine ne hanno scelti due.
Prima di partire, Mary Beth me ne ha regalato uno, ed era proprio quello che a me piaceva di più, del che si era resa conto solo osservandomi mentre i due sceglievano i loro.
Tante belle persone, grazie a tutti!