Punto esclamativo e punto interrogativo: origine
Nel mondo classico, i testi erano quasi sempre scritti senza interporre spazi fra le parole, la cosiddetta scriptio continua.
Nel corso del Medioevo si diffonde l’uso di separare le parole con uno spazio e, consequenzialmente, l’uso della punteggiatura. In questo periodo nascono molti segni moderni come il punto interrogativo e il punto esclamativo.
In greco antico al posto del punto interrogativo si usava il punto e virgola.
I monaci copisti, per evidenziare le domande, iniziarono a scrivere a fine frase “qo” che significava “questio” (domanda). Successivamente, per evitare confusione all’interno della frase, il “qo” venne stilizzato trasformando la “q” in una sorta di ricciolo e la “o” in un punto facendo nascere il punto interrogativo (?).
Il punto esclamativo fu invece ideato per sottolineare la gioia o sorpresa. Alla fine della frase veniva scritta la parola “io” che nel latino classico rappresentava una interazione di sorpresa. Nel tempo la “i” passò sopra la “o” che, anche in questo caso, si trasformò in un punto (!).
Fonti: di Jan Viktor White, Ideografia. Segni, simboli e immagini. Corso avanzato di grafica professionale, Milano, Editiemme, 1985.
Nel corso del Medioevo si diffonde l’uso di separare le parole con uno spazio e, consequenzialmente, l’uso della punteggiatura. In questo periodo nascono molti segni moderni come il punto interrogativo e il punto esclamativo.
In greco antico al posto del punto interrogativo si usava il punto e virgola.
I monaci copisti, per evidenziare le domande, iniziarono a scrivere a fine frase “qo” che significava “questio” (domanda). Successivamente, per evitare confusione all’interno della frase, il “qo” venne stilizzato trasformando la “q” in una sorta di ricciolo e la “o” in un punto facendo nascere il punto interrogativo (?).
Il punto esclamativo fu invece ideato per sottolineare la gioia o sorpresa. Alla fine della frase veniva scritta la parola “io” che nel latino classico rappresentava una interazione di sorpresa. Nel tempo la “i” passò sopra la “o” che, anche in questo caso, si trasformò in un punto (!).
Fonti: di Jan Viktor White, Ideografia. Segni, simboli e immagini. Corso avanzato di grafica professionale, Milano, Editiemme, 1985.
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