Maschio bianco etero (John Niven)
Una bella sorpresa, uno di quei libri comprati a naso, cioè aprendo a caso e provando a leggere qualche pagina. A volte funziona.
Il protagonista è uno scrittore di successo, ora soprattutto sceneggiatore corteggiatissimo, sciupone in tutti i sensi nato con un talento che è anche la sua maledizione.
La prima metà del libro in America, Los Angeles, alle prese con la solita necessità di concludere una serie di lavori se no il fisco, e la seconda in Inghilterra, da cui proviene, con la ripresa di contatto con la famiglia di origine, la moglie separata, la figlia adolescente.
Situazioni sempre un po’ eccessive, come una via di mezzo fra Bret Easton Ellis – ma senza alcuna efferratezza – e Nick Norby – ma senza la sua leggerezza – e comunque godibile. Secondo me anche Californication ha contribuito ad inspirare.
Sono rimasto deluso dal finale, costruito proprio con la grammatica di finalino e finale, ma sono sicuro che ai più la conclusione piacerà.
Vale la pena leggerlo, credo che cercherò il precedente e, a quanto sembra, più noto, “A volte ritorno”.
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