La necessità di autorizzarsi a scrivere
Una mia amica – scrittrice più che affermata – è un po’ preoccupata perchè, per la prima volta, per il libro che ha quasi finito di scrivere, non sente di essersi autorizzata.
Non lo sapevi di questa cosa dell’autorizzazione?
E’ abbastanza scontato che, con il ‘900, tutto quello che si poteva dire è stato detto.
Perciò, perchè continuare a scrivere?
Scrivere implica una certa presunzione. Anzi: non tanto scrivere di per sè, quanto scrivere con l’idea che ciò che si scrive sia degno di essere letto da altri.
Dunque?
Dunque mi autorizzo a scrivere – dice, e spero di non tradirne il pensiero – se almeno posso portare un punto di vista anche parziale ma che abbia una sua originalità, o ragion d’essere.
E’ come un’istanza morale.
Come se, trovandosi lo scrittore nella posizione di dio, dovesse per questo sentire su di sè una particolare responsabilità.
Pensiero abbastanza fedele. Solo sostituirei “presunzione” con protervia, tanto perché alle parole ci teniamo….
Presunzione: eccessiva sicurezza o fiducia priva di riscontro nelle proprie capacità, che può portare finanche all’attribuirsi qualità e doti che non si posseggono, che è il riflesso di un’opinione troppo alta o lusinghiera di se stessi
Protervia: ostinazione piena di arroganza e di superbia
Fonte: De Mauro Wiki