Il suggeritore (Donato Carrisi)

Un giallo noir. I personaggi hanno nomi inglesi, e anche un po’ francesi, i luoghi sono descritti ma “dove” di preciso non si sa, senza che ci si senta per questo spersi. E questa è senza dubbio un’abilità.

L’inverosimiglianza è sovrana, la psicologia dei personaggi rappezzata, eppure l’insieme, anche se faticosamente, tiene.

Vengono ritrovate (primissime pagine) le braccia mozzate di sei bambine, e poi i corpi uno ad uno. Ma forse non tutti, e forse una è ancora viva. Da qui, l’affannosa ricerca di una squadra di investigatori, il cui intreccio di relazioni non ci risparmia niente di quanto visto in mille serie tv.

La costruzione a tavolino prevale sullo svolgimento dell’azione che peraltro, con  l’immancabile collegio che ha sepolto infamie e altre simili originalità, non aiuta a continuare.

Il finale è quello della sceneggiatura dei film di questo genere: gli insospettabili di cui si scopre la natura perversa, il riscatto degli ingiustamente accusati, e l’ammucchiarsi dei colpi di scena nelle ultime pagine. Sono talmente tanti che ci si perde, e l’accumulo di sovrapposizioni anestetizza ogni possibile spirito critico, per cui alla fine va bene, dimmi come finisce che non ho più voglia di farti le pulci sulle contraddizioni e le ingenuità.

Tanto inutile che potrebbe uscirne un film di successo.

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