03Uno strano quartiere
Jeudith vive in una zona residenziale, circondata da un tondo – il tutto sarà un paio di chilometri di diametro – di rete metallica, a cui si accede da un solo punto controllato da un portiere-guardiano.
Sta un po’ in the middle of nowhere, circa a metà strada fra Tel Aviv e Gerusalemme. È una casa bassa – tutte qui intorno lo sono – calda ed accogliente.
La sensazione all’arrivo è comunque di spaesamento: una trascuratezza generale, data dal fatto che non tutti gli edifici – sembrano tanti cubi variamente combinati – sono abitati, alcuni sono in costruzione, altri sembrano in abbandono, e tutto questo proprio nello spazio immediatamente circostante la casa di Jeudith.
I due cani che si annusano attraverso le sbarre mi suggeriscono facili metafore sulla condizione di questi popoli.
Il luogo dove vive Jeudith è necessariamente circondato da una recinzione e l’ingresso vigilato da una guardia di sicurezza per evitare eccidi da parte degli arabi perchè la prevenzione è la migliore difesa anche se poi non sempre funziona: mai sentito parlare della strage di Itamar? Ma si la famiglia Fogel, padre, madre e tre bambini sgozzati nel sonno (la più piccola Hadas di 3 mesi, Elad di 4 anni e Yoav di 11) ….
Il fatto che gli israeliani vivano nel terrore non sembra sconvolgerla più di tanto, o che siano costretti a mandare i figli a scuola in autobus diversi per evitare di perderli tutti in un attentato