Perle ai porci (Kurt Vonnegut)

A una Fondazione costituita con l’intenzione di non pagare tasse sugli enormi capitali della famiglia Rosewater viene messo a capo Eliot, figlio bislacco, considerato un innocuo paravento.

Eliot è un uomo stravagante, beve, fa il pompiere e, quando si rende conto di che cosa ha fra le mani, apre un ufficio, nella cittadina moribonda dove cominciò la fortuna della famiglia, e ci appende un cartello “Come possiamo aiutarvi?”. Basta chiedere, basta dichiarare un bisogno e la Fondazione diretta da Eliot provvede.

Come è facile aspettarsi, la famiglia Rosewater farà di tutto per estromettere Eliot, che sta dilapidando il capitale. Ma Eliot sarà un osso molto duro, e una clausola del regolamento dice che la titolarità della Fondazione si trasmette per via ereditaria, perciò…

Capita di trovare i libri di Vonnegut nel settore fantascienza, perché i suoi più famosi sono Mattatoio 5 e Ghiaccio 9, dove la fantascienza non c’entra proprio, ma tant’è. Vonnegut è uno scrittore che, in tutti i suoi romanzi, porta al paradosso estremo i principi su cui si regge la way of life usa, e riesce sempre a farlo strappandoci un sorriso amaro.

Il sorriso si spegne, tuttavia, quando ci troviamo anche qui (è la parte centrale di Mattatoio 5) dentro – esattamente “dentro” – al brano che descrive il bombardamento a tappeto di Dresda.

Vonnegut vale la pena di leggerlo e rileggerlo, senza riserve.
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