Racconti di Cechov
Finito di leggere Le Carrè, privo stavolta di quel piccolo capitale di libri nuovi che di solito mantengo e reintegro a mano a mano, mi aggiro per le mensole e scovo una raccolta (con Repubblica di qualche anno fa) di racconti di Cechov.
Confesso la mia difficoltà con i russi: Memorie del sottosuolo e Delitto e castigo letti di recente, La morte di Ivan Il’ic… mi pare nient’altro. Il ricordo che ne ho, soprattutto per Dostoevskij, è di pesantezza per questa libidine di scavo interiore e per il moralismo di fondo che mi è sembrato di percepire.
Cechov è stato invece una bella scoperta: distacco pur nella partecipazione alle vicende dei personaggi, comunque mai giudicati, leggerezza di scrittura, finali a sospensione.
Perciò, ho scovato “Il gabbiano” – regia per la tv di Bellocchio – e presto me lo guarderò.
confesso anch’io difficoltà con i russi, ma ultimamente cpitata nel book shop fornitissimo del palazzo delle esposizioni, complice i 150 anni in “festa” mi è capitato tra le mani Le notti bianche di dostoevskij. Me lo sono gustato devo dire, e ho apprezzato ritrovando stile forse “antico”, ma più stimolante di tante altre stesure moderne che ci fanno sentire più che lettori produttori in cerca di buone sceneggiature.
Per Cechov che dire…ti ricordi la battuta nel film dell’Archibugi ?Mastroianni -anziano professore e comunista- alla nuora giovane e scapigliata movimentista che tentava esperienze teatrali “altre” che dice… “no al giardino dei ciliegi ‘!?!….non si può vivere senza Cechov”.
ancora passando dalla letteratura al cinema: “Il gabbiano” per la tv, pur con Remo Gironi, Laura Betti, Giulio Brogi, non mi è piaciuto.
Mi propongo di cercare “Le notti bianche” di Visconti, che non ricordo abbia diretto Mastroianni in altri film.