Anatomia di un istante (J. Cercas)
Un pezzo di storia recente reso in un racconto appassionante
Il ventitrè febbraio 1981 il colonnello Tejero irrompe nel parlamento spagnolo e interrompe la seduta di investitura di un nuovo governo.
Con un tricorno in testa spara da una pistola colpi in aria, seguiti da scariche di mitraglia, ancora in aria, da parte di altri della Guardia civil che partecipavano al golpe.
Intimano a tutti i presenti di nascondersi sotto ai banchi. Tutti – deputati, inservienti, commessi – ubbidiscono.
Tutti eccetto tre: il presidente del governo dimissionario Adolfo Suarez, il generale Gutièrrez Mellado e il capo del partito comunista Santiago Carrillo.
Da questo fermo immagine parte un’analisi del golpe, un’analisi dei principali personaggi implicati – entreranno in scena il re con i suoi consiglieri, saranno stanati i golpisti di retrovia – e ci viene restituto un affresco della società spagnola dopo solo cinque anni dalla morte di Franco, con la nuova democrazia che stenta ad esprimersi, appesantita da un passaggio che ha evitato la resa dei conti e una probabile nuova sanguinosa guerra civile ma al prezzo di portarsi dietro tutto il fascistume dell’era di Franco.
Il libro è appassionante, ogni protagonista è reso a tutto tondo e in tutte le sfumature dei gesti e della storia personale e politica. Uno per tutti: Suarez è un galletto di provincia che, a carriera politica ormai finita, non esita ad affrontare a muso duro i golpisti. “…lo votavano perchè era come loro avrebbero voluto essere… la Spagna degli anni Settanta era più o meno così: un Paese popolato da uomini volgari, ignoranti, cialtroni, giocatori d’azzardo, donnaioli e senza tanti scrupoli, provinciali con una morale da sopravvissuti allevati tra l’Azione cattolica e la Falange che avevano vissuto comodamente sotto al franchismo, collaborazionisti che non avrebbero mai ammesso la propria collaborazione ma che in segreto se ne vergognavano sempre di più e confidavano in Suarez perchè sapevano che … sarebbe sempre stato uno di loro.“
È anche una specie di giallo con la ricerca, nei fatti e nelle dichiarazioni, delle vere intenzioni di ciascuno, prima e durante il golpe; perchè il golpe fallì in un giorno e mezzo, ma in quelle ore la regione militare di Valencia si sollevò, restò aperta fino all’ultimo l’opzione golpe duro / golpe morbido, pochi, pochissimi, si schierarono subito apertamente da una parte o dall’altra mentre i più cercarono di mantenere l’ambiguità sufficiente a schierarsi dalla parte giusta – quella vincente – una volta conclusa la vicenda.
Una delle pagine più belle descrive i saluti affettuosi, all’uscita dal parlamento-prigione, di Suarez, Mellado, Carrilo verso il generale Armada, che sarà poi condannato per il golpe ma che in quel momento credono sia stato il loro liberatore, mentre la sua presenza è la garanzia che Tejero ha chiesto per infine arrendersi.
Non c’è una donna, non c’è una storia d’amore, tuttavia un gran libro. Cercherò anche “Soldati di Salamina”.
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