Come scrivo
Avevo il vezzo di scrivere, in prima stesura, con una penna stilografica. Considero vere penne stilografiche quelle con serbatoio a pompetta; quella era con il caricatore.
Una volta esaurito il primo, non ho avuto voglia di cambiarlo, e ho preferito comprare un barattolo d’inchiostro blu e intingervi il pennino.
Mi piaceva, quando facevo scorrere la punta del pennino, dopo averlo intinto, sull’orlo della bottiglietta, vedere l’inchiostro in più che scolava lungo la boccetta, e mi piaceva il rumore del pennino sulla carta.
Un giorno che avevo finito l’inchiostro ho cominciato a scrivere a matita, e sto continuando così, con tante matite appuntite, di consistenza diversa, che si alternano, prima che tocchi loro passare per il temperamatite.
Ora mi affeziono alle matite, anche se le alterno casualmemte – sono diverse fra di loro, per morbidezza e tratto – e non riesco a buttarle finchè posso tenerne il mozzicone fra due dita. Magari le riservo per le piccole correzioni, quando non sono più in grado di seguire il movimento della mano che corre dietro al pensiero.
La stilografica, da gran signora qual è, si è messa da parte e osserva partecipe.
Scrivo e correggo e cancello su fogli A4, preferibilmente di riciclo. Quando ho scritto cinque o sei pagine – o tre / quattro: non mi sono data una regola precisa – trascrivo sul pc. È’ già il momento di prime correzioni, aggiunte, sostituzioni, cancellazioni.
Stampo e rileggo. Correggo e cambio sulla carta, poi di nuovo al pc e così via, finchè non sono soddisfatto.
Chiedo un feedback a chi so che saprà essere critico il giusto, e tengo conto delle osservazioni. Qualche volta mantengo il punto, qualche volta cambio.
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