— Goda.
— Sì, amò?
— Goda. Si dice voglio che tu goda.
— E invece?
— Invece tu, e non è che se lo strilli lo sussurri scuoti i ricci strabuzzi gli occhi cambia tanto, invece tu voglio che godi voglio che godi voglio che godi!
— Embè?
— Stavo pure godendo. Insomma stavo venendo, che godere è un’altra cosa, e mi hai fatto venire infelicitato da quelle i.
— Mi stai prendendo per il culo o dici sul serio?
— Tu non puoi capire il mio dolore, vero? Non te ne posso fare una colpa, mi rendo conto.
— Dai amò, ma non t’è piaciuto?
— Ma sì che mi è piaciuto, come fa a non piacermi con tutto ‘sto bendiddio? Mi è piaciuto, sta tranquilla. Vieni qui.
Mi si rannicchia sul fianco, la testa fra omero e clavicola.
Sospira.
Penso sei proprio bella, sei tanta, come si fa?
Ma non credo che correrò una seconda volta questi rischi sintattici.