Mostri che ridono (Denis Johnson)

Scelto per un consiglio di lettura da parte di Jonathan Franzen, ottima scelta, cercherò altri libri di questo autore che non conoscevo.

Lo cominci a leggere e ti sorprendi di trovarti in un Pavone Einaudi,visto che l’ambientazione è fra spie sottospie e controspie nel centro dell’Africa.

Protagonisti un capitano della Nato americano di origini danesi e un ex bambino guerriero ex Cia ex Afganistan ora forse disertore forse infiltrato e insomma qualsiasi cosa si possa essere da quelle parti in mezzo ad ogni traffico senza risparmiarci Mossad e Russi.

Le vicende sono a volte complicate a volte semplificate dalla presenza di una bellissima figlia di un generale nero di una base Usa, fidanzata dell’ex bambino guerriero che la vuole portare, prima di sposarsi, a conoscere la sua famiglia chissà dove, essendo il concetto di famiglia da quelle parti piuttosto lato e vago.

I due sono impegnati per tutto il libro a cercarsi perdersi e ritrovarsi, a raccontarsi reciprocamente mezze balle e mezze verità su traffici veri o presunti o immaginati che vanno dal terribile uranio arricchito ai più banali cavi delle centraline non più utilizzate di certi nodi Nato.

E poi la polvere rossa africana che avvolge tutto, gli alberghi lussuosi e squallidi, qualche stregoneria.

L’ho detta sconclusionata? Credo proprio di sì. Bene, la sconclusionatezza, se il vocabolo esistesse, sarebbe il filo conduttore, peraltro intrinsecamente solido, di questa strana amicizia di questi personaggi così irreali e così carnali.

Spero vi venga voglia di leggerlo, io me lo sono proprio goduto, ne cercherò altri.

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