Un grande gelo (Arnaldur Indridason)

Ancora un giallo dal nord, stavolta dall’Islanda. Un bambino di madre thailandese e padre islandese viene trovato morto nel parco. E’ stato ucciso con un’arma da taglio. Questo nelle primissime pagine, non rivelo niente.

E’ l’occasione per restituirci le tensioni razziali, e intanto io penso che cosa spingerà qualcuno, dalla Thailandia, a scegliere come meta proprio l’Islanda? Eppure pare che i thailandesi siano una componente importante dell’immigrazione di lì. Qui, ad esempio, non se ne sente parlare.

È un libro di quelli che procedono stancamente fino a metà e poi prendono corpo e sostanza. L’elemento che domina è la stanchezza, che si sovrappone alla mia di sapere già come andrà a finire, non perchè io abbia “scoperto l’assassino”, ma perchè il poliziotto è solo, con un rapporto difficile con i figli, umano e disulluso, sopraffatto dalla miseria umana con cui è costretto a misurarsi eppure deciso a venire a capo di ogni singolo caso che gli si presenta.

Altro elemento significativo è lo spaccato degli adolescenti, dei rapporti tra di loro, con i genitori, con gli insegnanti.

Se non è una leggenda metropolitana che nei paesi scandinavi c’è la maggior percentuale di suicidi in rapporto alla popolazione, beh allora questo libro aiuta a capirne alcune ragioni.

Prima o poi comprerò qualche altro libro di Arnaldur Indridason.

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